Il 2023 è stato proclamato dall’Unione Europea come Anno Europeo delle competenze, con quattro obiettivi principali:
- Promuovere maggiori investimenti nella formazione per aumentare il livello delle competenze nella popolazione, sfruttandone il potenziale in ambito lavorativo;
- Adeguare le competenze alle reali esigenze del mercato del lavoro;
- Far conciliare le aspirazioni e le competenze delle persone con le richieste del mercato del lavoro, in particolare per la transizione verde, digitale e la ripresa economica, puntando in particolare su giovani e donne;
- Attirare lavoratori competenti da paesi terzi rafforzando la mobilità e agevolando il riconoscimento delle qualifiche.
Già nel suo discorso di settembre 2022 sullo stato dell’Unione - dove aveva proposto che il 2023 diventasse l’Anno europeo delle competenze - (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/speech_22_5493) la presidente Ursula von der Leyen, constatati gli elevati di livelli di posti di lavoro vacanti, auspicava un impegno al fianco delle imprese per rilevare le esigenze reali e cercare di conciliarle con gli obiettivi e le aspirazioni di chi cerca un impiego. E aveva indicato nel rafforzamento delle competenze dei cittadini l’unico modo per raggiungere tale risultato.
Gli Anni europei (https://european-union.europa.eu/priorities-and-actions/european-years_it), nati nel 1983, sono campagne di sensibilizzazione su temi specifici. Hanno l’obiettivo di stimolare il dibattito e il dialogo a livello europeo e nazionale, che supportano iniziative anche grazie a finanziamenti o all’introduzione di nuovi testi legislativi in materia.
Nell’ambito dell’Anno delle competenze la Commissione promuoverà quindi iniziative e campagne di sensibilizzazione per elevare il livello delle competenze, attività di analisi delle competenze e azioni per semplificare e favorire il riconoscimento delle qualifiche rilasciate all’interno o all’esterno dell’Europa.
Quali competenze?
La transizione verde e quella digitale stanno aprendo nuove opportunità per i cittadini e per l’economia europea: sviluppare competenze adeguate in questi ambiti permette di affrontare con successo i cambiamenti del mercato del lavoro, senza che nessuno venga lasciato indietro.
Attualmente più di ¾ delle compagnie in Europa riportano di avere difficoltà nel reperire lavoratori con le competenze necessarie, e le ultime statistiche di Eurostat indicano che solo il 37% degli adulti intraprende corsi di formazione in maniera regolare.
Per comprendere meglio il fenomeno, vediamo che in Italia (https://digital-skills-jobs.europa.eu/en/european-interactive-map - ITALIA) il 45.6% della popolazione possiede almeno delle competenze digitali di base. Il 3.8% degli impiegati sono esperti del digitale, ma il 55% delle compagnie che hanno ricercato figure esperte in questo ambito ha riscontrato molte difficoltà nel reperire persone competenti.
Seguire corsi che forniscano o consolidino le competenze più richieste forma una forza lavoro esperta, che contribuisce ad una crescita sostenibile, conduce ad una maggiore innovazione e aumenta la competitività delle aziende.
La Commissione propone di dare uovo impulso alla formazione permanente, che riguardi azioni di upskilling (implementare le competenze di cui si è già in possesso) o reskilling (fornire competenze nuove e diverse rispetto a quelle di cui si è in possesso.
Per incoraggiare questo approccio, gli Stati membri hanno già appoggiato e presentato il loro contributo a livello nazionale per raggiungere gli obiettivi europei per il 2030, che prevedono che almeno il 60% degli adulti partecipi a corsi di aggiornamento ogni anno.
Il Digital Compass 2023 - percorso verso un’Europa digitale autonoma e responsabile entro il 2030 (https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/europe-fit-digital-age/europes-digital-decade-digital-targets-2030_it ) - prevede che almeno l’80% degli adulti abbiano almeno competenze digitali di base, e dovrebbero esserci 20 milioni di ICT specialist impiegati in Europa.
Vista la loro scarsa presenza in questi settori, sarà fondamentale incoraggiare un maggior numero di donne a lavorare in questo ambito.
Le iniziative a sostegno dello sviluppo delle competenze
Sono numerose le iniziative già attive da qualche tempo a sostegno dello sviluppo delle competenze e della riqualificazione (come, per esempio, l'agenda per le competenze per l'Europa - - e la strategia europea per le università - https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_22_365 -), che investono sulle persone relativamente alle competenze più generiche e a quelle più specifiche nel digitale avanzato, sostenendo anche ricercatori, imprenditori, studenti e docenti.
E non mancano i finanziamenti a sostegno dei progetti di miglioramento delle competenze e del reskilling (come il Fondo sociale europeo Plus (FSE+), il dispositivo per la ripresa e la resilienza, il programma Digital Europe, solo per citarne alcuni).
Si tratta ora di declinare al meglio le varie proposte per perseguire gli obiettivi posti dall’Unione Europea per questo 2023.
Certo è che in questa fase post crisi da pandemia, resa ancora difficile dagli effetti della guerra, molti europei dovranno riconvertirsi professionalmente o perfezionare le competenze di cui già dispongono per adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro. La qualificazione della forza lavoro costituisce una delle risposte fondamentali per la ripresa: garantisce l'equità sociale e sviluppa la resilienza.
Stando agli obiettivi posti dalla Commissione Europea (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_20_1196), entro il 2025 dovrebbero essere svolte 540 milioni di attività di formazione, di cui 60 milioni per gli adulti con bassa qualifica e 40 milioni per i disoccupati. Il numero di adulti con competenze digitali di base dovrebbe aumentare fino a raggiungere i 230 milioni.
Noi di Atos siamo pronti a raccogliere la sfida con programmi di formazione e aumento delle competenze in diversi settori:
- Informatica di base
- ICT
- Lingue straniere
- Digital marketing
- Comunicazione interpersonale
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